Un programma di ricerca analizza le modificazioni dei rifugi e il loro ruolo di avamposti d’osservazione

di RAFFAELLA BALZARINI* e PHILIPPE BOURDEAU**

 

I rifugi di montagna sono osservatori privilegiati degli effetti incrociati dei cambiamenti ambientali e culturali. Al di là della loro funzione primaria di ricovero, stanno diventando destinazioni a sé stanti, con il periodo di apertura che si estende su più stagioni, in linea con le mutevoli condizioni climatiche. Con il rinnovamento delle pratiche sportive, ricreative, culturali ed educative che accolgono, il loro ruolo strutturante nella frequentazione turistica delle montagne si è rafforzato. I rifugi si stanno trasformando in laboratori ricreativi, in cui le innovazioni contribuiscono all’emergere di modelli di sviluppo sostenibile, in linea con le sfide del mutamento del turismo montano. Anche il lavoro di rifugista si sta diversificando verso competenze più culturali, educative e di mediazione del patrimonio ambientale.

Dal punto di vista ambientale, l’alta montagna (sopra i 2000 metri) è un ambiente assai scarsamente analizzato, nonostante la constatazione che le problematiche legate al clima (riscaldamento accelerato, ritiro dei ghiacciai), alla stabilità dei versanti (scioglimento del permafrost), alla biodiversità (ecosistemi sensibili e in evoluzione, impatto delle attività umane) e al paesaggio, abbiano aumentato il bisogno di comprensione dei fenomeni: i rifugi ne sono sia attori che testimoni, e costituiscono avamposti di osservazione privilegiata, oltre che risorse logistiche preziose in un territorio isolato.

È sulla base di questa osservazione, che il programma “Refuges Sentinelles” è stato sviluppato da Labex ITTEM (Laboratorio d’eccellenza Innovations et Transitions Territoriales en Montagne) e dal Parco Nazionale degli Ecrins, con il sostegno dell’Università Grenoble Alpes (UGA) e dell’Agenzia francese per la biodiversità, nell’ambito del programma “Alpine Sentinel1”.

 

Un dispositivo di monitoraggio e campagne sperimentali
Un seminario nel giugno 2016 ha permesso di definire gli orientamenti del programma coinvolgendo quasi 70 partecipanti (ricercatori, stakeholder territoriali e istituzionali, federazioni sportive, guardie forestali, guide turistiche, guide di alta montagna), indirizzati verso un unico obbiettivo: elaborare un dispositivo di misure in montagna per capire come la trasformazione dell’ambiente naturale interagisca con i cambiamenti culturali. Tale obiettivo si pone nella prospettiva di uno sviluppo sostenibile, sia delle pratiche ricreative che di nuove competenze professionali.

Il programma “Refuges Sentinelles” realizza, dall’estate 2017, campagne di osservazione e monitoraggio su 15 rifugi del Parco Nazionale degli Ecrins, rappresentativo di configurazioni diverse in termini di altitudine, processi naturali e contesti turistici. Il lavoro svolto sul terreno coinvolge non soltanto i ricercatori, ma tutti gli attori territoriali interessati, che partecipano alla raccolta e all’utilizzo dei dati. I rifugisti, che sono gli interlocutori principali, sono coinvolti su base volontaria.

Le principali linee di ricerca riguardano l’osservazione delle attività turistiche e sportive (con monitoraggio dei pernottamenti, stagionali e giornalieri, la raccolta dati sul profilo dei praticanti, il monitoraggio delle destinazioni), della meteorologia, della biodiversità (con osservazione partecipativa delle specie, fenologia e delle pratiche fuori itinerario) e della geomorfologia (con la strumentazione dei siti sensibili).

I protocolli sperimentali permettono la raccolta di dati quantitativi e qualitativi, attraverso osservazioni in situ, questionari, interviste, etc., e sono parte di metodologie adattate al contesto del turismo in alta montagna. Oltre a queste principali tematiche di ricerca, altre azioni scientifiche sono state possibili, grazie alla facilitazione del lavoro sul terreno indotta dalle collaborazioni partenariali (Federazione francese dei Club alpini, Fondazione Petzl, Mountain Wilderness, etc.); sono stati condotti studi sulla salute ed ecologia corporea nei rifugi, sulla responsabilità dei rifugisti, sulla sicurezza, sulle pratiche artistiche nei rifugi, sull’escursionismo fuori dai percorsi e nei bivacchi, etc. Alla fine di ogni stagione, un incontro interprofessionale permette di condividere le osservazioni e incrociare i punti di vista dei ricercatori e degli stakeholders.

Per capitalizzare e condividere i dati eterogenei raccolti, è stato creato un geo-database in una logica di dati F.A.I.R. (Findable, Accessible, Interoparable, Reusable), completato da una mappa interattiva.

Dopo la fase di sperimentazione e consolidamento nel massiccio degli Écrins (2017-2020), il programma sarà esteso nel 2021 al massiccio del Monte Bianco e nel 2022 al Vallese svizzero. Sono stati presi contatti anche in vista di successive rilevazioni nel Parco nazionale della Vanoise, in Valle d’Aosta e in Lombardia.

I risultati e le competenze del programma sono destinati ad essere utilizzati come risorse operative nei campi dell’ingegneria turistica, della formazione professionale e dell’educazione ambientale. Questo si è già tradotto in una partecipazione attiva ad eventi e iniziative quali la mostra sui rifugi al Musée Dauphinois di Grenoble, i laboratori di creatività e prospettiva (RefugeRemix), l’eco-traversata di Belledonne (Alpes-Ecotourisme e Commissione Milieu Montagnard), la co-organizzazione della giornata “Giovani nei rifugi” (EDUC’ALPES), la formazione per le professioni della montagna (AFRAT). Sul fronte accademico, il programma ha sviluppato 15 tesi di laurea, oltre ad accogliere ogni anno da 2 a 4 tirocinanti di master (Università di Grenoble-Alpes, Savoia-Mont-Blanc, Aix-Marseille e Montpellier).

Articoli su “Refuges Sentinelles” e le sue azioni sono stati pubblicati su riviste specializzate, tra cui “Montagnes Magazine” (n.469, 2019), “L’Alpe” (n.88, 2020), “Dossier thématique” (n.8), “Mountain Wilderness” (2019), “Gazette du tourisme” (marzo 2018), mentre il progetto scientifico è stato premiato alla Sustainable Summit Conference di Innsbruck nel giugno 2018.

 

* Geografa, ricercatrice associata al Laboratorio PACTE, è responsabile della cooperazione internazionale e della promozione scientifica al Labex ITTEM a Grenoble. Specializzata nelle tematiche di osservazione in ambiente montano, collabora dal 2017 al programma “Refuges Sentinelles”

** Geografo, ricercatore al Laboratorio PACTE, è professore all’Istituto di Geografia alpina dell’Università di Grenoble e direttore scientifico del Labex ITTEM e del programma “Refuges Sentinelles”. Conduce ricerche di geografia culturale sul turismo e gli sport di montagna, attraverso l’analisi delle utopie ricreative, delle crisi e critiche del settore turistico e dei cambiamenti nelle culture professionali in ambiente montano