Il Ministero dei Beni culturali dichiara bene storico il bivacco sulle Apuane, minacciato dalle cave di marmo

 

Curiosa storia, quella che si sta consumando sulle Alpi Apuane. Un manufatto, avamposto e simbolo della civiltà urbana che s’impossessa dell’alta quota, negli anni diventa così connaturato all’ambiente circostante al punto da suscitarne la conservazione contro una storica attività di “coltivazione dell’ambiente” che ormai ha assunto i toni di una devastazione industrializzata. Succede presso il passo della Focolaccia, dove nel 1902 viene inaugurato, ad opera della Sezione Ligure del CAI, il bivacco Aronte, primo ricovero delle Apuane. La struttura, costituita da un unico vano ed attrezzata per ospitare fino a dieci persone, sorge a 1642 m, e viene ristrutturata nel 2002. Nel frattempo, nei dintorni si avvia l’attività di estrazione marmifera, che prosegue intensamente, tanto da abbassare la quota del passo di 70-80 metri e giungere a minacciare il sito del bivacco. Ora, la dichiarazione d’interesse storico sancita dal Mibac dovrebbe tutelarne l’esistenza.

 

 

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