Cambio di gestione e boom di richieste per lo storico rifugio dolomitico, che si guadagna anche la prima pagina della «Repubblica»
di LUCA GIBELLO
Nonostante l’estate 2020 abbia presentato risultati altalenanti, con strutture iper-affollate e altre mai aperte; nonostante svariati frequentatori abituali abbiano comunque preferito tenersene alla larga; nonostante i vari “Decreti ristori” li abbiano ignorati (mentre ora, in un unico calderone con tutte le altre imprese, dovrebbero giovarsi degli indennizzi in base al calo di fatturato, secondo quanto previsto dal “Decreto sostegno” in approvazione in questi giorni); nonostante tutto ciò, i rifugi alpini sono al centro dell’interesse, mediatico e sociale.
Lo dimostra, in particolare, il caso del Nuvolau, tra i primi rifugi dolomitici, risalente al 1883 e collocato sull’omonima vetta delle Dolomiti Bellunesi (2575 m), a spartiacque tra l’Agordino e l’Ampezzano. Meta turistica assai frequentata in estate, è balzato agli onori delle cronache per via del “pensionamento” dei suoi due storici “padroni di casa”, Mansueto Siorpaes e la moglie Joanne Jorowoski, che l’hanno tenuto in custodia per ben 47 anni, diventando un’istituzione essi stessi. La notizia è stata ripresa anche dal quotidiano nazionale «la Repubblica», che l’11 febbraio 2021 ha dedicato una paginata (cfr. immagine a fianco) all’intervista dei coniugi, addirittura annunciata da una fotonotizia gigante in prima pagina.
E così, vuoi per la crisi occupazionale, vuoi perché si aspira ad una location amena all’aria aperta e salubre (evidentemente, per fortuna, prevalente sull’idea che all’interno del rifugio si convive in spazi minimi), vuoi perché molti, a torto, immaginano si tratti di un impegno poco gravoso (inconsci che invece occorre una vera e propria vocazione), si è scatenata la concorrenza per la successione, se è vero che al CAI Cortina, proprietario della struttura, sono giunte 255 candidature di aspiranti rifugisti. (Per la cronaca, l’ha spuntata la 27enne ampezzana Emma Menardi). E numeri ragguardevoli, seppur non paragonabili al Nuvolau, hanno riguardato anche le richieste per il rifugio Antelao (1796 m), e quelle per avvicendare un’altra coppia di ferro, Daniele Castellaz e Ginetta Spada, che hanno lasciato dopo 39 anni il rifugio Boz al Sass de Mur (1718 m), nelle Dolomiti Feltrine.
Per inciso, ricordiamo che al Nuvolau abbiamo dedicato uno dei tredici capitoli monografici del nostro ultimo libro, Andare per rifugi (Roberto Dini, Luca Gibello, Stefano Girodo, pagg. 144 con illustrazioni, € 12; e-book € 8,49. Per acquisto copie: Editrice il Mulino – Andare per rifugi).